01.06.2022 Comunicato stampa

Simon Loasby racconta l’evoluzione stilistica di Hyundai

Materiale per la stampa

In questa intervista, Simon Loasby, Head of Hyundai Style, racconta la sua visione sul design e le prospettive future di Hyundai.

Simon Loasby ha iniziato la sua carriera in Rolls-Royce e Bentley dopo aver completato i suoi studi al Royal College of Art di Londra. Dopo una lunga esperienza in Volkswagen, in Germania e per quasi un decennio in Cina, è entrato a far parte di Hyundai ed è stato determinante nella creazione del Design Studio a Shanghai. Nel 2019, Loasby si è trasferito in Corea per supervisionare i progetti del marchio Hyundai a livello globale, grazie all'esperienza e alle conoscenze antropologiche della cultura, della società e del gusto acquisite lavorando in UK, Germania e Cina, con l’obiettivo di espandere il portafoglio del brand in diverse parti del mondo.

Signor Loasby, la personalizzazione è uno dei megatrend globali. Porta a un'enorme differenziazione dei concetti e dei gusti della vita. Esistono ancora principi di progettazione automobilistica che funzionano a livello globale e in tutti i tipi di ambienti? Quali sono?

Hyundai ha studi di design in tutto il mondo e, come designer, siamo quasi come antropologi in ogni regione. Stiamo osservando cosa sta succedendo. Stiamo esaminando quali sono le tendenze attuali, ma stiamo anche identificando quali saranno le tendenze future. Alcuni mercati hanno cose in comune, altri mercati sono davvero unici. L'Europa tende a cercare auto più compatte, gli europei tendono a preferire quello che io chiamo ‘un prodotto piccolo e ad alta densità’. Mentre, sia in Corea sia negli Stati Uniti, vengono apprezzate le auto di dimensioni maggiori. In Corea vanno ancora molto le berline - tendenza che sta scomparendo in altre regioni, mentre ma in Corea sono ancora una grande realtà.

Ho sempre interpretato il car design in termini di come le società si stanno sviluppando in modi diversi e America, Cina, India, Europa, Corea hanno tratti diversi. Direi che la Cina è la più avanzata nella tecnologia e nell'elettronica e sta influenzando il resto del mondo. Mentre l'Europa è un po' indietro, forse a causa della sicurezza dei dati. Gli USA sono una via di mezzo. I mercati hanno velocità diverse e ci sono alcune tendenze che sono molto simili: un buon design e buone proporzioni, probabilmente, funzionano ovunque. Ciò che potrebbe cambiare sono i volumi di vendita diversi perché c'è un gusto diverso per le diverse tipologie, ma buone proporzioni e un buon design funzionano a livello globale.

Buone proporzioni e un buon design funzionano sempre a livello globale.

Simon Loasby Head of Hyundai Style

Direbbe che ci sono alcuni fondamenti necessari in termini di realizzazione di un buon design di auto? Quali sono?

Se osserviamo la nostra filosofia stilistica, “Sensuous Sportiness”, quello che stiamo cercando di fare è creare un appeal più emotivo. “Sensuous” (seduttivo) non significa che tutto deve essere super scultoreo e morbido, significa solo che stiamo creando un design elevato ed emotivamente accattivante. L'altro elemento costitutivo è la sportività, che consiste nel creare una grande proporzione. Pensate ad un atleta. Se lui o lei ha una buona proporzione, quell'attrattiva funziona a livello globale. Questo è ciò che facciamo nel design. Identifichiamo quella buona proporzione. Questa è la nostra “sportiness”. Quindi creiamo la storia della tipologia, dell'architettura, a cosa serve quell'auto e il ruolo che ha nel portfolio. Questi sono gli elementi costitutivi. Quando abbiamo integrato tutta la parte tecnologica, arriviamo all'esecuzione dello stile. Ma è una delle ultime cose che facciamo.

Confrontando il ​​design automobilistico coreano con quello europeo, quali sono le maggiori corrispondenze? E quali sono le differenze fondamentali?

Non credo che ci sia un tipo di design automobilistico coreano o un tipo europeo. Le tendenze in questi tempi sono così globali. Possiamo risalire al 1997 e incolpare Internet per questo... Ma esiste una tipologia di veicolo che si adatta meglio al gusto del mercato in Europa o in Corea. Si tratta quindi di costruire una narrazione di ciò che il marchio sta cercando di fare e trovare quello che io chiamo il ruolo di quell'auto nel portfolio.

È un po' come il ruolo di un pezzo degli scacchi. Quando hai una scacchiera completa, hai la tua squadra e pezzi diversi hanno ruoli diversi. Così è la nostra gamma di prodotti Hyundai. Auto diverse hanno ruoli diversi e si adattano a persone diverse, segmenti diversi. Ma sono comunque tutti Hyundai, provengono tutti dallo stesso set di scacchi. Ci piace descrivere questo come un nuovo livello di coerenza. Un buon esempio è la continuità del Parametric Pixel sui nostri prodotti IONIQ. Il pixel è una sorta di base dei nostri pezzi degli scacchi: unica e immediatamente riconoscibile.

Il nostro lavoro nel design è trovare qualcosa che sia estremamente moderno ma, allo stesso tempo, autentico per Hyundai. Per trovare quella Koreanness che è globalmente eccezionale ed amata. Questo ci dà un'autenticità nella creazione di una base di ispirazione per le nostre idee.

Ecco perché sono un appassionato dell'esplorazione di ogni aspetto del cibo coreano, del design, della campagna, dell'architettura. Guardiamo K-TV, K-music, K-fashion, come stanno influenzando il mondo, analizzandolo e dicendo: "Ok, cosa abbiamo come storia che ci offre una nuova tavolozza creativa per Hyundai?" E il pixel è una di quelle cose.

Abbiamo una delle uniche lingue al mondo, se non l'unica lingua, con il pixel puro nell'alfabeto. La lettera Hangul "mium" è il pixel perfetto. Quindi si potrebbe pensare che quando il re Sejong sviluppò l'alfabeto Hangul nel 1400, creò parte del nostro linguaggio di design.

Il linguaggio di progettazione del Parametric Pixel Hyundai di IONIQ 5, 6 e 7 ha, probabilmente, 600 anni.

Simon Loasby Head of Hyundai Style

Guardando l'esterno e l'interno dei veicoli Hyundai, qual è per lei l'essenza della filosofia di design di Hyundai più evidente e tangibile?

Credo che sia necessario osservare sia in grande sia in piccolo. Guardando la nostra gamma di veicoli, l'essenza della nostra filosofia è che non sono tutti uguali. Hanno una silhouette diversa, una tipologia diversa, a seconda di cosa fa quell'auto e in quale segmento si trova. Quindi, se guardi all’aspetto di SEVEN, è deliberatamente diverso da una IONIQ 5 perché hanno ruoli diversi da svolgere.

Abbiamo quello che chiamiamo il look Hyundai, dove la tipologia delle auto e l'architettura del design sono diverse l'una dall'altra, è una cosa piacevole e il cliente può apprezzare diverse opzioni in uno showroom e fare la scelta che più gli si addice. Poi c'è un livello di coerenza completamente nuovo nell'esecuzione dei dettagli. Si notano molti elementi familiari, chiamiamoli blocchi costitutivi, nel dettaglio. Guardando TUCSON, con la sua superficie parametrica triangolare, se ne può trovare un accenno anche in IONIQ 5.

La griglia gioiello luminosa parametrica di TUCSON è unica per Hyundai. Nessun altro ha quel tipo di illuminazione attraverso l'elemento di design della griglia. È possibile notarlo in molti dei nostri prodotti.

La luce è probabilmente la nuova cromatura. Ciò continuerà come uno dei nostri elementi di design insieme al pixel. Questo è un elemento unico. È il Minecraft di Hyundai, immediatamente comprensibile e riconoscibile per una generazione molto giovane, ma anche per la generazione che conosce i primi giochi per computer degli anni '70. Ricordate i primi giochi di tennis per computer, in cui avevi un pixel che era una palla che rimbalzava avanti e indietro? Il pixel funziona su più generazioni.

Auto diverse hanno ruoli diversi e si adattano a persone diverse, segmenti diversi. Ma sono comunque tutti Hyundai, provengono tutti dallo stesso set di scacchi. Ci piace descrivere questo come un nuovo livello di coerenza. Un buon esempio è la continuità del Parametric Pixel sui nostri prodotti IONIQ. Il pixel è una sorta di base dei nostri pezzi degli scacchi: unica e immediatamente riconoscibile.

Simon Loasby Head of Hyundai Style

Una volta ha detto che "il design è non preoccuparsi di sbagliare". Può approfondire per favore?

Questa affermazione è assolutamente corretta a mio avviso. I designer non dovrebbero preoccuparsi di sbagliare. Fa parte della nostra filosofia interna, del nostro lavoro quotidiano con i designer. Se sei preoccupato, sarai meno creativo. Il TED Talk di Sir Ken Robinson "Le scuole uccidono la creatività?" alcuni anni fa ha avuto un'enorme influenza nel mio modo di pensare e ho imparato molto da lui, da questa filosofia di lasciare alle persone la libertà di sperimentare, di provare. Certo, dai loro delle linee guida, ma se sbagliano non c'è niente di male.

Solo questo pomeriggio ho esaminato il lavoro esterno del nostro team europeo e la mia prima reazione è stata "No", su una proposta. Poi ho pensato: "Aspetta un secondo, torna indietro". Il motivo per cui sto dicendo di no è perché mi ha messo a disagio un qualcosa che non avevo considerato prima. E quindi il mio "No" in realtà significa "Sì, continua". Perché è qualcosa che non mi aspettavo ed è coraggioso provarlo, è coraggioso mostrarlo. Sono un grande sostenitore – all'interno delle linee guida della direzione di ciò che stiamo cercando di fare per una nuova auto – della sperimentazione. Quindi fai esattamente quello che ti stiamo chiedendo e prova anche qualcos'altro, va bene. E se non funziona, va bene comunque.

È un po' come quando guidi da qualche parte e prendi una svolta sbagliata e poi percorri una strada che conosci e pensi: "In realtà è stata una buona scorciatoia". Se non sbagli prima, non conoscerai mai la scorciatoia.

Ciò significa che un buon design automobilistico dovrebbe essere sempre coraggioso? Qual è stata la sua ultima, coraggiosa, decisione progettuale?

Ci sono due cose che sono molto importanti, il coraggio e la fede. Non facciamo cose solo per lo styling. Analizziamo, guardiamo cosa sta succedendo. Troviamo un motivo per farlo e poi lo facciamo. Ma dobbiamo essere convinti di ciò che facciamo, che vi sia una ragione per cui qualcosa è diverso. Se è qualcosa di “speciale” in qualche misura, riusciremo a trascinare il mercato nella nostra direzione, anche se non ci fosse un amore a prima vista. All'interno di qualsiasi organizzazione, in genere, i dipartimenti hanno un approccio estremamente conservativo perché fare qualcosa di nuovo è rischioso e fa paura. Ma se non facciamo qualcosa di coraggioso e non ci crediamo per davvero, allora… non ci sarà mai innovazione.

Vengo alla seconda parte della domanda su quale sia stata una delle mie decisioni coraggiose: per esempio l’aspetto di SEVEN con la sua tipologia di SUV EV unica. Il parabrezza posizionato in avanti, il taglio netto nella parte posteriore e la linea del tetto ad arco. Crediamo veramente che dobbiamo essere consapevoli di ciò che sta accadendo nel mondo, attenti ai nostri clienti ed essere etici in termini di efficienza al fine di offrire una migliore gamma completamente elettrica.

Un SUV elettrico è un'auto grande e pesante. Volevamo renderlo il più efficiente possibile. Così l’abbiamo guardato e abbiamo pensato: come lo rendiamo più efficiente? Quindi abbiamo sviluppato una tipologia che non era assolutamente quella tipica di un SUV. Ci abbiamo creduto e abbiamo comunicato la storia ai nostri team, al nostro Presidente, a tutti i nostri colleghi. Li abbiamo convinti che credevamo al 100% che questo fosse il modo per rispondere alla domanda. In effetti, a volte ridefiniamo la domanda. È così che è nato SEVEN.

Ci sono due cose che sono molto importanti, il coraggio e la fede. Non facciamo cose solo per lo styling. Analizziamo, guardiamo cosa sta succedendo. Troviamo un motivo per farlo e poi lo facciamo. Ma dobbiamo essere convinti di ciò che facciamo, che vi sia una ragione per cui qualcosa è diverso.

Simon Loasby Head of Hyundai Style

Ovviamente è necessario essere coraggiosi e intrepidi per elaborare proposte nuove e innovative che siano pertinenti e di impatto. Come concilia il coraggio con decisioni sicure e ragionevoli nel suo lavoro quotidiano?

Il design è incentrato sull'esperienza del cliente, sulla sua sicurezza e sulla sua user experience. Il design è tutto questo combinato. Siamo antropologi che osservano cosa sta accadendo nel mondo, osservando i cambiamenti, osservando come la società è appena cambiata in modo massiccio negli ultimi 24 mesi a causa del COVID. Osserviamo e vediamo costantemente le implicazioni di tutti i cambiamenti e arriviamo con la migliore tipologia per i diversi segmenti, che si adatta a come sarà il cliente in futuro e a cosa troverà attraente. Stiamo cercando di dare risposte a domande a cui il cliente oggi non ha nemmeno pensato.

Di solito riceviamo briefing interni dai nostri colleghi all'inizio di un progetto. Questa è un'informazione estremamente preziosa, ma a volte la contestiamo. Bisogna chiedersi se funziona in un contesto progettuale. Il nostro compito è essere come un bambino di cinque anni che chiede: "Perché?"

Quando realizziamo presentazioni di modelli di design, tentiamo sempre modi diversi di interpretare o spingere il brief. Alcuni modelli potrebbero essere esattamente ciò che ci si aspetta e altri potrebbero interpretare il brief in modo diverso e metterlo effettivamente in discussione. Creerà un grande dibattito. Ma crediamo che questi siano modi per rispondere a quella domanda o sfidare la domanda originale. Sono felice di dire che, abbastanza spesso, abbiamo un'ottima discussione su queste cose e talvolta viene scelta la domanda ridefinita. A volte anche noi ci mettiamo nei guai... Ma immagino che sia il nostro lavoro.

Biografia di Simon Loasby

Età: 54

Istruzione: Imperial College (Ingegneria Meccanica) '85-'89

Royal College of Art (Vehicle Design) '89-'91

Ha iniziato a lavorare in Hyundai nel 2017 in Cina (Pechino e Yentai) e ha fondato il Design Studio a Shanghai.

Nell'aprile 2019 si è trasferito a Seoul, in Corea, per iniziare il suo attuale ruolo di Head of Style Hyundai.

Motto del design: credi al tuo intuito.

Grandi influenze: William Towns (il primo studio di design in cui vide un modello in creta della Lagonda) e Tom Tjaarda (andò a lavorare con lui a Torino nell'estate prima della RCA). “Molto grato per quei designer che mi hanno dato consigli, mi hanno dato fiducia e mi hanno aiutato a far crescere le mie capacità”.

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